Gabriele Perissinotto nasce nel 1965 a San Donà di Piave, in provincia di Venezia, dove vive e lavora.

E’ proprio la vicinanza a Venezia, le frequenti visite ai musei e alle numerose chiese

della città lagunare, che lo stimolano fin da ragazzo alla vicinanza con l’arte, in modo particolare con la pittura.

Letteralmente colpito dalla “Tempesta” del Giorgione e dai teleri del Carpaccio la  pittura di Perissinotto inizialmente è figurativa, ben presto però la figura comincerà  a dissolversi per lasciare

spazio solo a colore e segno.

In occasione della prima personale a San Donà nel 2007 dal titolo”Paesaggi della memoria” Gianni

Boato scrive "Guardando alcuni dei suoi quadri, si ha l'impressione di vedere apparire dal nulla le

diverse forme naturali ed artistiche, che mai si fermano in una certezza

definitiva in una consistenza invulnerabile, ma vibrando combattono il nulla

che le avvolge, spesso paiono sul punto di svanire, hanno la malinconia di un

saluto sulla banchina del tempo, nel tentativo di mantenere ancora tra noi, ancora

per poco, ciò che è destinato ad andarsene."

Per la presentazione di una collettiva d’arte contemporanea a Genova Emanuela Dho

 dice ” abbandonati i limiti della forma, le opere di Gabriele Perissinotto

 delineano una verità intima e autentica, una realtà a misura dell’Io che, finalmente

affrancato dalle catene del presente, trova la propria dimensione nell’inconsistenza dell’essere”.

Negli ultimi anni, Gabriele ha riscoperto una giovanile passione, la fotografia.

Infatti, molti suoi lavori recenti, sono fotografie digitali elaborate in vari modi e stampate su materiali

diversi. 

Nel 2012 in occasione di una personale a San Donà di Piave Gianni Boato, rispondeva così ad un ospite

 che chiedeva dove collocare l’arte di Perissinotto “Dove collochiamo l’arte di Gabriele Perissinotto?

Gabriele non è informale ma potrebbe essere informale, non è artista astratto ma potrebbe esserlo, è

tendenzialmente figurativo anche se non è propriamente figurativo. Gabriele è come un rabdomante.

I rabdomanti, con una forcella di legno, sentono l’acqua a molti metri di profondità, Gabriele con le

sue antenne sente vibrazioni, segnali, dalla natura, dalla vita e questi segnali poi li traduce in immagini

che vengono create in modi diversi a seconda del significato che sente di dovergli attribuire."